La costante retorica bellica nordcoreana seguita alle sanzioni stabilite in sede ONU, potrebbe apparire ridicola alla maggior parte delle persone. In realtà ha una sua logica e non si tratta di una logica folle. Infatti, la terza prova nucleare, il lancio satellitare dello scorso dicembre e il recente picco di tensione raggiunto in occasione delle esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud, riflettono tutti le speranze del presidente Kim Jong-Un di prendere due piccioni con una fava.
Sul piano internazionale, la Corea del Nord vuole riportare gli Stati Uniti al tavolo delle trattative e ottenere maggior sostegno giocando la carta nucleare. Nonostante i test e gli avvertimenti della Corea del Nord, Kim ha espresso la sua impazienza di ricevere una telefonata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante la visita del famoso cestista dell’NBA Dennis Rodman in Crea del Nord lo scorso febbraio.
Sul piano interno, Kim può consolidare il suo ruolo-guida attraverso una serie di azioni robuste nei confronti degli Stati Uniti e della Corea del Sud. Il cambio al vertice delle Forze Armate dello scorso luglio, quando l’alto Comandante Ri Yong-Ho fu sollevato da tutti i suoi incarichi, ha messo in evidenza l’intensa lotta in seno alla dirigenza politica dopo l’ascesa di Kim alla guida del Partito e dello Stato. La linea politica dell’“esercito innanzitutto” (Songun, ndt) ha già fatto dei militari il gruppo di interesse più potente del Paese, ed una fazione del cui supporto Kim ha disperatamente bisogno.
Kim sa anche che la Corea del Nord molto difficilmente seguirà il destino politico dell’Iraq o della Libia, grazie al sostegno della Cina. Il Trattato di Mutua Assistenza e Amichevole Cooperazione Sino-NordCoreano siglato nel 1961 stabilisce che i due Paesi debbano “garantire l’adozione immediata di tutte le misure necessarie ad opporsi a qualsiasi Stato o coalizione di Stati che possa aggredire l’una o l’altra nazione”. Quindi la Cina farà tutto il possibile per fermare qualunque attacco contro la Corea del Nord, per evitare di essere coinvolta in un confronto militare non-necessario con suoi interlocutori commerciali come gli Stati Uniti e la Corea del Sud, e per impedire enormi perdite umane ed economiche come già avvenuto durante la Guerra di Corea (1950-53).
La Corea del Nord riveste ancora un’importanza strategica per la Cina. E questo viene spesso sottovalutato da quegli analisti cinesi che suggeriscono di abbandonare la Corea del Nord. Essa agisce ancora come un cuscinetto. Se la Corea del Nord dovesse cadere e Kim dovesse essere detronizzato in favore di un nuovo regime politico di orientamento atlantista, si spianerebbe la strada agli Stati Uniti per ridisporre le loro forze stanziate in Corea del Sud lungo il confine nordorientale della Cina, generando un grande pericolo in termini di sicurezza nel momento in cui la reciproca fiducia militare tra Stati Uniti e Cina venisse completamente meno.
La Cina deve inoltre mantenere la stabilità della sua regione nordorientale. Una massa di rifugiati nordcoreani getterebbe l’intera area nel caos e distruggerebbe un’economia che aspira a riguadagnare il suo vecchio ruolo di cuore industriale del Paese. Dunque una priorità strategica per la Cina è quella di assicurare la conservazione del regime di Kim e di impedire il collasso della Corea del Nord. Ma la Cina dovrebbe continuare ad essere un alleato della Corea del Nord, indipendentemente da ciò che questa compie?
Sebbene lo sviluppo nucleare della Corea del Nord sia osteggiato soltanto dagli Stati Uniti, il suo programma atomico porterà seri rischi alla Cina più che agli Stati Uniti. La terza prova nucleare di febbraio è stata condotta a poco più di 100 chilometri dal confine nordorientale cinese. Malgrado le autorità abbiano tranquillizzato la popolazione assicurando che le montagne lungo il confine erano e sono in grado di impedire che le radiazioni arrivino anche in Cina, la possibilità che le scorie nucleari inquinino le falde acquifere non può essere totalmente esclusa. La sicurezza dell’acqua sotterranea non solo è strettamente connessa alla rete idrica potabile della Cina nordorientale, ma rappresenta anche un pericolo nascosto per la sicurezza e la salvaguardia alimentare del Paese.
Già nel 2010, il governo centrale cinese pubblicò un documento ufficiale stabilendo che il Nord-Est dovrebbe essere strutturato come un pilastro della sicurezza alimentare nazionale. Nel 2011, il raccolto di grano in questa regione è arrivato a 108 milioni di tonnellate, pari a un quinto del totale nazionale. L’incidente nucleare di Fukushima in Giappone è la più recente lezione. La Prefettura di Fukushima, dove l’agricoltura costituiva un pilastro industriale, è stata altamente contaminata. La produzione alimentare è stata seriamente danneggiata.
La Cina non può permettersi il rischio di un nuovo disastro analogo nel Nord-Est. Quello che la Cina dovrebbe fare è ora proteggere la Corea del Nord offrendo un ombrello nucleare così come gli Stati Uniti fanno con il Giappone e la Corea del Sud, ma anche convincerla ad ascoltare i consigli cinesi affinché abbandoni i programmi nucleari. Se un quarto test nucleare fosse condotto, la Cina correrebbe rischi maggiori di quelli corsi da qualsiasi altra nazione.
*L’autore è un osservatore indipendente di affari internazionali
FONTE: Global Times
(Traduzione di Andrea Fais)